Allenatore dilettante e Premio di Tesseramento annuale

09.05.2022

di Federico Perelli - Presidente A.D.A.

Quesiti ne arrivano tanti. Quelli che più frequentemente ci vengono posti sono in relazione all'ammontare del premio di tesseramento annuale di un allenatore dilettante. Quanto "guadagna" un allenatore dilettante? E come viene pagato? Ho diritto ad un rimborso? Esistono forme contrattuali e relative forme di tutela? Che cosa devo fare con la Federazione? Cosa si deve firmare? Che cosa si deve comunicare al Settore Tecnico? Sono stato esonerato, e adesso? Ho sbagliato qualcosa?

Tante domande, una risposta semplice: in poche norme viene disciplinato l'ambito dei rapporti economici fra Società dilettantistiche ed Allenatori, soprattutto esistono dei vincoli inerenti ai famigerati massimali. Perchè famigerati? Lo capirete leggendo. La cosa che innanzi tutto mi lascia perplesso è che tutto gira intorno, piuttosto che alle qualifiche, alla differenza di categoria in cui si opera. Per capirlo con un battuta, contano di più le competenze o la categoria? E' possibile valutare bene e meglio entrambi questi aspetti così rilevanti? 

Oggi però non è questo il tema, che sfocerebbe più nella politica che altro, bensì voglio brevemente analizzare la disciplina nel suo merito, che tanto il resto è già argomento in sede di discussione e di approfondimento di uno dei tavoli di lavoro della nostra associazione e ne vedremo presto delle belle.

Oggi cerchiamo "solo" di capire, si far per dire, cosa dice il regolamento in materia di rapporti economici.

Che cosa si intende per "Premio di tesseramento annuale"? È una somma di danaro che viene riconosciuta ad un allenatore in relazione all'attività svolta nel rispetto di quanto previsto (diritti e doveri) dalle NOIF e dal Regolamento del Settore Tecnico.

Il premio di tesseramento annuale previsto per gli Allenatori dilettanti è determinato in relazione alla categoria, così come segue: Campionato Nazionale Serie D €. 18.000,00 - Campionato di Eccellenza €. 10.000,00 - Campionato di Promozione €. 8.000,00 - Campionato di 1ª Categoria €. 5.000,00 - Campionato di 2ª Categoria €. 2.500,00 - Campionato Nazionale Calcio a Cinque maschile Serie "A" €. 28.150,00 - Campionato Nazionale Calcio a Cinque Serie maschile "A/2" €. 12.000,00 - Campionato Nazionale Calcio a Cinque maschile Serie "B" €. 7.500,00 - Campionato Nazionale Calcio a Cinque femminile Serie A €. 3.000,00 - Campionato Nazionale Calcio a Cinque femminile Serie A2 €. 2.000,00 - Campionato Nazionale "Under 19" Calcio a Cinque €. 2.000,00 - Campionato Regionale Serie C o C/1 Calcio a Cinque €. 3.000,00 - Campionato Juniores Nazionale "Under 19" €. 4.000,00 - Campionato Juniores Regionale "Under 19" €. 3.000,00 - Allenatore "squadre minori" €. 2.500,00. Apriti cielo... perchè così tante disparità? Mi chiedo, con una battuta, se per caso il tempo o la benzina abbiano un costo ad personam..

Ribadito che non è questa la sede per approfondire gli aspetti a noi peraltro molto cari legati alla presunta e da me denunziata iniquità di quanto sopra descritto, permettetmi di sottolineare che l'imposizione di queste disparità di "trattamento", che appartengono al solo mondo dilettantistico, non sono assolutamente condivise da questa associazione, perchè le norme devono essere sempre rispettate nell'interesse dell'equità e dell'imparzialità, secondo criteri meritocratici. Avrei trovato più efficace, ed anche opportuno, prevedere dei MINIMI al posto di massimali quale forma  di tutela della figura del tecnico. Non è difficile da capire il perché (il "minimo", in tutti i settori, è la più semplice forma di garanzia) ma a quanto pare nei piani alti della federazione e delle componenti che rappresentano istituzionalmente i mister si fa un po' fatica a comprenderlo. Potrebbe anche essere che si preferisca pensare ad altro piuttosto che agli interessi (concreti) del mondo dilettantistico. Chissà..

Permetteteci  di sottolineare che, essendo previsto di poter collaborare con una ed una sola società calcistica a stagione, anche a titolo gratuito, non si comprende il motivo per cui non si possa prevedere la libertà di determinare liberamente tra le parti in modo trasparente il compenso (rimborso) da riconoscere al proprio tecnico per le attività svolte, cosa che poi, in pratica, poi comunque spesso avviene, in forme occulte e ovviamente contra legem.

Federico Perelli

Presidente A.D.A.

Per ogni informazione relativa alle procedure di tesseramento, gli adempimenti e gli accordi economici scrivete a info@allenatoridilettanti.it , specificando il quesito ed allegando ogni opportuna documentazione.